giovedì 19 novembre 2015

Le farine integrali sono tutte uguali?



Ultimamente la consapevolezza dell'importanza di utilizzare prodotti meno raffinati è aumentata, fortunatamente. Le campagne di divulgazione sull'utilizzo di prodotti integrali stanno iniziando a diffondersi, permettendo così acquisti più salutari. 
Tuttavia come sempre bisogna tenere gli occhi aperti ed essere critici e vigili, non demonizzare a priori, ma imparare ad andare oltre gli slogan e i messaggi pubblicitari o le apparenze.
Purtroppo in commercio ci sono ancora molti prodotti venduti come integrali che in realtà non lo sono veramente. Se macino un cereale integrale ottengo una farina integrale che contiene crusca, germe e endosperma.





Se invece prendo una farina raffinata bianca e ci aggiungo la crusca ovviamente capite che avrò solo ques'ultima. Il cereale inizialmente subisce il processo di raffinazione, perdendo quindi tutte le proprietà benefiche e le note organolettiche caratteristiche che la sola aggiunta di crusca non è in grado di restituirgli.
Solitamente quando si tratta di un prodotto veramente integrale trovate la dicitura "farina integrale di" o "sfarinato integrale di", mentre se il prodotto è raffinato con crusca addizionata troverete la dicitura "farina di..., crusca". Questo vale anche per i prodotti a base di farina come pasta, biscotti etc.
Per non farci trarre in inganno possiamo avvalerci anche dei nostri sensi: il pane integrale è uniformemente bruno, con qualche fibra più grossa e scura. Se invece è sostanzialmente chiaro con qualche puntino scuro, probabilmente si tratta di "finto integrale".
Non fatevi ingannare poi da certi fornai (che ho visto personalmente) che vendono il pane "integrale bianco"!
Ultima annotazione è quella di preferire i prodotti integrali biologici perchè il rischio di ingerire gli agenti chimici di sintesi che normalmente vengono asportati nei prodotti raffinati insieme alla crusca, in questo caso è elevato.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/crusca.html

martedì 10 novembre 2015

Creme 100% di frutta secca e "Nutella" homemade




Nelle mie ricette trovate spesso le paste pure (chiamate anche creme 100%) di frutta secca: nocciole, mandorle, pistacchi, arachidi, anacardi... Un concentrato di "grassi buoni", senza ingredienti aggiunti (no zuccheri, oli o conservanti) utilissimi per dare consistenza e sapore a molte preparazioni sia dolci che salate (creme, biscotti, salse...). 
La crema 100% di nocciole ad esempio è l'ingrediente principe della mia ricetta della crema spalmabile al gianduia (simil Nutella) che trovate nel mio ultimo libro "Pasticceria naturale" (http://www.naturalbios.it/eshop.html). Non fatevi ingannare da molte simil nutella in vendita nei negozi biologici i cui ingredienti non sono poi così sani: solo perchè si trova al biologico non vuol dire che sia per forza sano. Vedremo in un altro post qualche consiglio per acquistare una buona crema spalmabile alla nocciola.

Intanto oggi vi svelo quali sono le due marche che preferisco: Damiano e Achillea. Non sono per nulla amare, doneranno alle vostre preparazioni un sapore unico.


Entrambe si trovano da Naturasì, altri negozi biologici o on line (http://www.emporioecologico.it/crema-di-nocciole-pura-achillea.html http://shop.naturasi.it/crema-di-nocciole-tostate-nocciola-damiano.html). Potete trovare le stesse tipologie di prodotti anche per altra frutta secca come mandorle, pistacchi etc. Per quanto riguarda quella di mandorle, vi consiglio quella chiara (http://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__crema-di-mandorle-bianca.php), realizzata con mandorle spellate, perchè il risultato è più dolce e delicato rispetto a quella scura. 
 

venerdì 6 novembre 2015

Pane, pizze e prodotti da forno al carbone sono davvero più leggeri?






Avete visto anche voi che in queste ultime settimane è scoppiata la moda dei prodotti da forno al carbone vegetale?


Sento sempre dire dai panettieri o camerieri che sono prodotti più leggeri. Ma è davvero così?
Vi consiglio di leggere questo articolo e per riassumere direi: "Nessun allarme, quindi. Il pane nero non fa male, ma non ha quelle proprietà miracolose che spesse gli vengono attribuite".

sabato 17 ottobre 2015

Degustazione presso l'Azienda agricola Pratinfiore

Sabato si è tenuta una piccola degustazione presso l'Azienda agricola pratinfiore http://www.pratinfiore.it/
Se non conoscete ancora questa azienda e abitate in zona, vi consiglio davvero di andare a fare un giro.
Tutto è a conduzione familiare: Alice, Silvia, Stefano e Anna sono davvero appassionate di quello che fanno e lo fanno con amore. Anche se non hanno la certificazione bio, potete stare certi che non utilizzano nulla e accolgono quello che il terreno dona dopo la semina. Lo testimoniano le analisi del terreno che hanno fatto e il fatto che l'assortimento non è così ampio.
Vi lascio qualche foto della mattinata in cui abbiamo abbinato alcuni prodotti realizzati da me, con le loro conserve.  







lunedì 12 ottobre 2015

Agricoltura biologica?

Ci sono numerosi studi scientifici che indicano che allo stato attuale, dal punto di vista nutrizionale, due alimenti uguali coltivati uno con metodi tradizionali e uno biologici, hanno le stesse proprietà nutrizionali. Questa secondo me è una bella notizia perchè ritengo che l'importanza di mangiare verdura e frutta fresca di stagione sia uno dei pilastri fondamentali di una sana alimentazione. Sapere che il loro valore nutritivo resta quasi immutato dai trattamenti utilizzati durante la coltivazione, permette di ribadire ancora una volta che non ci sono scuse nel non mangiare verdura e frutta fresca...non bisogna acquistarla per forza biologica. Quindi "meglio non bio piuttosto che niente perchè non me la posso permettere o non la trovo..."
Tuttavia ritengo che questo non sia l'unico aspetto da considerare... A parità di principi nutritivi, il prodotto biologico ha meno residui di pesticidi e quindi è comunque migliore, non perchè abbia qualcosa in più ma perchè caso mai ha qualcosa di negativo in meno.
Ovviamente la maggior parte dei prodotti convenzionali sono sicuri e in regola dal punto legislativo perchè i residui sono sotto i valori soglia stabiliti per legge, quindi niente allarmismi, ma ci sono altri aspetti da tenere in considerazione come ad esempio il fatto che la normativa attuale continua a considerare sempre un solo principio attivo, fissandone i limiti come se fosse l’unico a contaminare un prodotto.  Ma i residui possono essere anche più di dieci nello stesso alimento e dunque è difficile definire i rischi connessi ai potenziali effetti sinergici sulla salute e quelli sull’ambiente.

domenica 11 ottobre 2015

Chips di cavolo riccio


Il cavolo riccio in America è diventato ormai un cibo di moda al punto che è stata istituita una giornata nazionale per celebrarne le sue eccelse proprietà nutrizionali. Complici della sua popolarità, le numerose star e chef popolari che lo utilizzano in tutti i modi. In Italia invece è poco conosciuto e coltivato rispetto al suo simile cavolo nero, quello utilizzato in Toscana per la ribollita.

Il cavolo riccio, così come tutte le altre tipologie di cavoli, è un ortaggio ipocalorico e molto ricco di sostanze nutritive: è ricco di vitamine, potassio e altri minerali utili per il nostro organismo. Ha proprietà antiossidanti e anti tumorali. Drew Ramsey, psichiatra della Columbia University, sostiene che "kale" (il nome inglese) abbia proprietà antidepressive dovute alla ricchezza di acido alfa linolenico (ALA), sulforafano e di folati. Il medico ha scritto assieme alla chef Jennifer Iserloh un libro sull'arte di cucinare kale, intitolato "Cinquanta Sfumature di Kale", prendendo spunto dal best seller "Cinquanta Sfumature di Grigio".

Come vedete dall'immagine sopra, si presenta di un colore verde brillante e con le foglie ondulate, ricce appunto. Se prevedete di consumarlo entro un paio di giorni, potete mettere le foglie in un vaso con un po' d’acqua, come fareste con un mazzo di fiori!
Altrimenti si conservano in frigo, meglio in scatole per le verdure che conservino l'umidità.
Se volete conservarli più a lungo, puliteli, fateli bollire per 4/5 minuti in acqua leggermente salata, scolateli, asciugateli e metteteli in freezer. In questo modo si conserveranno per alcuni mesi.

Il gambo del cavolo riccio è molto coriaceo, per cui è meglio eliminarlo nelle preparazioni che richiedono breve cottura. Ma per non sprecare nulla, potete farli bollire a lungo in modo che diventino teneri e inserirli in un passato di verdura o un minestrone, oppure tagliati sottili come condimento per la pasta.

Una ricetta velocissima, semplicissima sfiziosa che può piacere anche ai bambini, sono le chips di kale:




Ingredienti:
un mazzo di cavolo riccio
olio extravergine d'oliva
gomasio (oppure sale e semi di sesamo) 

Procedimento:
Scaldate il forno a 200° C ventilato. Lavate le foglie del cavolo riccio. Sfilate le foglie dai gambi. Spezzettate a pezzi grossi le foglie. Stendete le foglie su di una teglia da forno rivestta di carta forno, in modo che le foglie non siano sovrapposte. Cospargete con olio e gomasio o sale e semi di sesamo. Lasciate cuocere girando delicatamente ogni tanto le foglie in modo che si cucinino tutte uniformemente. Dopo circa 15 massimo 20 minuti avrete le foglie croccanti. Servitele subito. In caso ne abbiate avanzate, conservatele in un sacchetto di carta a temperatura ambiente e consumatele in giornata.

giovedì 1 ottobre 2015

Cooking Tips&tricks- Farifrittata di ceci

Ripartiamo questo nuovo anno lavorativo con qualche novità. 
Prima fra tutte, vi presento questa nuova rubrica che sono sicura vi piacerà: #cookingtips&tricks




Pubblicherò ricette, trucchi e consigli per ottenere risultati perfetti, fare acquisti validi e molto altro ancora. 
Questa sezione nasce proprio da voi perchè spesso mi mandate messaggi, sms e mail per chiedermi la validità di alcuni prodotti che trovate al supermercato oppure consigli per realizzare ricette che vengono "spacciate" spesso per facilissime ma poi non lo sono....o forse chi le "vende" così, si accontenta del risultato. Chi mi conosce lo sa ormai: io finchè non ottengo un risultato che mi soddisfi, non do l'ok per la ricetta e continuo a provarla. Non mi piace pubblicare ricette in quantità facendo sembrare tutto facile e perfetto anche quello che non lo è. Solitamente durante i corsi trovate molto preziosi i mie "trucchetti", perciò ho pensato di scriverne qualcuno anche sul blog.

Ho pensato di iniziare con una ricetta che nella cucina vegetariana, vegana, macrobiotica è mooolto popolare ma le ricette che vedo pubblicate sono sempre imprecise e quindi mi chiedo come faccia a venire bene....infatti poi nei commenti si legge spesso che il risultato è stato disastroso.

Bene, quindi iniziamo!
Tips&tricks per la fari-frittata di ceci perfetta!



  1. la farifrittata (a differenza della farinata) si fa in padella. Quest'ultima quindi risulta fondamentale sia per tipologia che per dimensioni: deve essere antiaderente senza teflon e del diametro giusto in base alla quantità di ingredienti della ricetta. Non utilizzate tegami in ceramica e neanche in acciaio. Ricordatevi che affinchè la farifrittata sia buona, questa deve essere sottile, altrimenti otterrete un "mappazzone":-)
  2. la farifrittata (così come la farinata) non è un piatto light. L'olio ci vuole!Qualche cucchiaio d'olio sul fondo della padella ben calda deve esserci, altrimenti sarà facile che si attacchi
  3. la proporzione acqua/farina di ceci può variare in base alla tipologia di verdure che andrete ad aggiungere (se unite zucchine morbide e umide meglio stare indietro con l'acqua, se invece la fate semplice, potete anche aumentare per non farla troppo asciutta) e all'effetto che desiderate ottenere, cioè più croccante o più umida; comunque da circa due volte a due volte e mezzo di acqua rispetto alla farina di ceci.
  4. se avete tempo e fate riposare l'impasto, il risultato sarà migliore
  5. ovviamente le proporzioni acqua/farina sono fondamentali

Ricetta FARIFRITTATA
Ingredienti per una padella di 28 cm di diametro
120 g di farina di ceci
acqua (240 g se vi piace asciutta e croccante o se aggiungete verdure cotte oppure 300 g se vi piace più umida e morbida)
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale marino integrale
pepe nero

Preparazione
Preparate la pastella: in una ciotola capiente, versate la farina di ceci setacciata (per non formare grumi), aggiungete una presa di sale e un pizzico di pepe nero. Mescolate bene aggiungendo gradualmente l'acqua, continuando a mescolare con una frusta in modo da non formare grumi. Lasciate riposare alcune ore, meglio una notte (se avete fretta potete utilizzarla anche subito ma il risultato è migliore con il riposo). Scaldate una padella antiaderente di 28 cm di diametro. Versatevi due cucchiai d'olio. Prendete la pastella dal frigo, unitevi due cucchiai d'olio e mescolate. Versate sulla padella ben calda. Lasciate cuocere a fiamma moderata fino a doratura. Aiutandovi con una spatola in silicone, staccate la frittata dalla padella. Utilizzate un coperchio della stessa dimensione per girare la frittata. Lasciate cuocere anche questo lato fino a doratura. Servite tiepida.
Potete insaporire questo impasto base con delle spezie, erbe aromatiche oppure verdure cotte precedentemente (non acquose).
Se non avete la teglia di queste dimensioni, utilizzate lo stesso rapporto acqua/farina di ceci in modo da ottenere uno strato sottile quando lo verserete sulla vostra pentola.
Io personalmente quando la preparo come colazione la preferisco semplice e asciutta, mentre se la mangio a pranzo come se fosse una frittata con le verdure, mi piace di più umida, ma è questione di gusti. Con queste informazioni potrete regolare il risultato.

 


martedì 29 settembre 2015

Zucca spaghetti

Conosci la zucca spaghetti?E' una zucca la cui polpa, una volta cotta, si rompe in striscioline che sembrano proprio spaghetti. Si può cucinare in modi diversi, ma la cottura al forno, intera o tagliata a metà, magari insaporita con spezie e sale è il migliore.
Quindi taglia la zucca cruda a metà usando un coltello seghettato.
Togli i semi e la polpa filamentosa - che si trovano nel cuore della zucca - usando un cucchiaio o una paletta da gelato.
Aggiungi dell’olio extravergine d’oliva versandolo sulla polpa di entrambe le metà. Insaporisci le metà zucca con sale e pepe. Informa e cuoci per 40 minuti circa. Assicurati di girare le metà zucca a metà cottura il modo che la polpa poggi sulla teglia.
La zucca è cotta quando la polpa è tenera abbastanza da essere tolta formando gli “spaghetti”. Crea gli “spaghetti” raschiando la polpa con una forchetta e servi in tavola mentre è ancora calda.


lunedì 21 settembre 2015

Tortine alle prugne

Quest'anno l'estate si fà attendere. Sono più i giorni di pioggia e freddo che quelli di caldo afoso. Solitamente in estate utilizzo pochissimo il forno per le preparazioni dolci e salate, ma con questo clima mi capita spesso di avere più voglia di torte e biscotti che di gelati e semifreddi...Ecco allora la ricetta di queste tortine molto carine da presentare come merenda a grandi (magari con un bicchiere di tè freddo) e piccini (insieme ad un bicchiere di latte di mandorla fresco). Se non avete uno stampo per tortine, potete anche realizzare un'unica torta. Come dolcificante ho usato la frutta: la banana e il succo concentrato di mela. Quest'ultimo non lo utilizzo spesso perchè credo che per quanto di origine naturale perchè derivante dalla frutta, essendo concentrato, si discosta un po' dal prodotto originario, creando sicuramente più impatto glicemico che non una o più mele. Detto queto vorrei far notare la differenza del succo concentrato di mela con un altro prodotto nuovo, uscito sul mercato recentemente, il "Dolcedì" http://www.rigonidiasiago.com/dolcedi/ chiamato zucchero di mela. Qual è la dufferenza?Sicuramente la concentrazione e la lavorazione. Notate il colore?Il prodotto della Rigoni è trasparente...ma se ci pensate bene il succo di mela non ha certamente questo colore...è stato quindi molto raffinato e concentrato per ottenere uno sciroppo molto dolce e trasparente. Ne vale la pena?E' da considerarsi un prodotto così naturale?Non credo...

TORTINE ALLE PRUGNE
Ingredienti per 8 tortine o 1 torta
200 g di farina integrale di farro
150 ml di succo di mela concentrato (io ho usato questo
100 g di banana (pesata sbucciata)
200 ml di yogurt intero(di soia per versione vegan)
5 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 bustina di lievito naturale per dolci
un pizzico di sale
prugne

Frullare la banana con il succo di mela, lo yogurt e l'olio. A parte setacciare la farina con il lievito. Versare i liquidi sulla farina, mescoalre, aggiungere un pizzico di sale e amalgamare tutto. Versare negli stampini oliati e infarinati. Su ognuno disporre mezza prugna. Infornare a 180°C per 45 minuti circa.


mercoledì 15 luglio 2015

The China Study

Finalmente un articolo di un'associazione competente che si esprime sul libro "The China Study" di C. Campbell.
Devo dire che questo libro quando è uscito ha scosso un po' tutti, anch'io stessa sono andata a seguire la sua prima conferenza in Italia ed ero rimasta colpita dalle affermazioni forti e decise ma allo stesso tempo delusa dalla mancanza di prove scientifiche di quanto diceva. Col tempo mi sono poi documentata e ho trovato molte incongruenze e poche prove ma piuttosto congetture per "portare l'acqua al suo mulino". E' facile farsi suggestionare da personalità forti e da messaggi sensazionali ma bisogna riconoscere la realtà, anche quando si è stati affascinati da qualcosa che ad oggi non è assolutamente provato scientificamente: la dieta vegana non cura o previene i tumori.
Sarebbe un grande sollievo se lo fosse... davvero...ma purtroppo oggi fare affermazioni di questo tipo vuol dire alimentare illusioni e magari anche fomentare malati a sottrarsi a cure mediche.
Leggete l'articolo dell'AIRC http://www.airc.it/cancro/disinformazione/the-china-study/?utm_source=facebook&utm_medium=post&utm_content=lancio-news-china-15.07&utm_campaign=contenuto+scientifico che si può riassumere in breve con le ultime righe: "in conclusione, quindi, si può scegliere di diventare vegani, ma al momento non vi sono prove che ciò sia utile o benefico dal punto di vista della salute. Rimane però il fatto che ricerche più serie del China study dimostrano che una riduzione delle proteine e dei grassi animali diminuisce il rischio di sviluppare un tumore, all'interno però di una dieta varia che comprenda latte, uova e pesce. Anche un consumo saltuario di carne è compatibile con una nutrizione equilibrata." 
Poi ovviamente come ho sempre detto, chi ha problemi o altre patologie particolari, deve  farsi seguire da un nutrizionista competente che consigli quali di questi alimenti per lui sono comunque da ridurre ulteriormente
I nostri corsi di cucina sono uno strumento per imparare a cucinare anche senza abusare di latticini, uova, zuccheri, grassi e carne, adatti quindi a tutti , sia a chi ha un'alimentazione onnivora ma vuole adottare un regime alimentare sano, sia a chi ha fatto una scelta etica per un'alimentazione vegana.

martedì 14 luglio 2015

Nana ice cream


Ecco il mio pranzo veloce e fresco di oggi: "nana ice cream", cioè il gelato alla banana da realizzare in modo semplice senza gelatiera. Un gelato senza latticini, senza glutine, senza uova e senza soia, vegan cosa volete di più? ;-)
Niente di nuovo: base di banana congelata a fettine e poi frullata con una crema di frutta secca o latte vegetale o altro...Ne esistono mille varianti. 
Io ne ho provate diverse e una di quelle che mi piace di più è quella alla nocciola e cacao perchè viene coperto abbastanza il gusto della banana. 
Partite da questa base per crearne altre secondo i vostri gusti.
Qui una variante della ricetta tratta dal mio ultimo libro "Pasticceria naturale", Red!

Ingredienti per 4 persone:
500 g di banane mature (pesate senza buccia)
120 g di pasta pura di nocciole 100%
60 g di sciroppo d’agave
30 g di cacao amaro
  
Sbucciate e tagliate le banane a rondelle di circa mezzo centimetro di spessore. Mettetele in freezer per almeno una notte. Estraete le banane dal freezer e frullatele insieme allo sciroppo d’agave e alla pasta di nocciole e al cacao con un frullatore potente. Servite subito.

Se non lo avete ancora provato, fatelo! Vedrete che vi sorprenderà e non farete più a meno delle banane nel vostro freezer :-)

sabato 6 giugno 2015

Il piatto della salute all'ITE Tosi di Busto Arsizio

Durante l'anno scolastico ho collaborato con i professori, la Preside e la mensa dell'ITE Tosi, per un progetto di educazione alimentare rivolto ad alcune classi dell'istituto. 
La novità davvero interessante e importante è stata che oltre alle lezioni teoriche, sono stati abbinati delle bellissime attività interattive e multimediali per far applicare ai ragazzi le nozioni apprese. Inoltre grazie alla collaborazione con la mensa, è stato proposto un piatto sano mensilmente in modo che i ragazzi potessero avere la possibilità di assaggiare e vedere un esempio di alimentazione sana.
Una bellissima esperienza, per cui ringrazio vivamente l'Associazione Noi del Tosi, la Preside del Tosi, le professoresse e lo staff della mensa. 
Il Tosi in fondo è sempre un modello.
 

giovedì 28 maggio 2015

Natural Delight: dolcificante 100% naturale, integrale, italiano e a basso carico glicemico!


Eccomi qui finalmente a parlarvi di una miscela per dolcificare che ho ideato e utilizzato negli ultimi tempi, di cui troverete ricetta e spiegazione nel nuovo libro "Pasticceria naturale"
Ma cominciamo dall'inizio. 
Tutto è nato un po' di tempo fa, parlando con una signora che stava seguendo uno dei miei corsi.  Spiegavo che la scelta più naturale per dolcificare sarebbe quella di utilizzare la frutta, fresca ed essiccata. Lei da brava alunna, tornò a casa e si applicò...all'incontro successivo mi disse di aver pensato di tenere in un barattolo già un mix casuale di frutta disidratata con un po' di zucchero di canna, da prelevare per la preparazione delle torte, in modo da essere incentivata ad usare meno zucchero e a sostituirlo con la frutta. Mi domandai: perchè non ci ho pensato prima?!? Con l'esperienza acquisita, ormai da alcuni anni, nel preparare dolci dolcificati spesso solo con la frutta, ho iniziato a studiare un formato che fosse bilanciato dal punto di vista del gusto (sapete, tutta la frutta disidratata è dolce ma alcuni frutti hanno un retrogusto spiccato e percepibile: ad esempio l'uvetta, secondo me, dopo la cottura dà acidità al prodotto finale) ma allo stesso tempo facile e veloce da preparare e conservare. Dopo un po' di esperimenti e tentativi sono riuscita a trovare un equilibrio che a mio avviso soddisfa entrambe le cose e in più, udite udite, è ricco di fibre, minerali e ha anche basso carico glicemico. Cosa volete di più?
Qui si apre un capitolo interessante, soprattutto per alcune persone che devono necessariamente, a causa di alcune patologie, fare un'alimentazione a basso carico glicemico, ma farebbe bene a tutti non avere sbalzi improvvisi di glicemia, cosa che ovviamente un dolce crea e che quindi in ogni caso non può essere un'abitudine ma un premio, una coccola che ci si fa nel mezzo di una sana e corretta alimentazione.

Vediamo un po' meglio alcune definizioni.
La glicemia è il valore di zuccheri nel sangue: aumenta quando si introducono carboidrati attraverso l’alimentazione, siano essi semplici o complessi. L’indice glicemico (IG) è una valutazione di come vengono assorbiti gli zuccheri (carboidrati) contenuti nei differenti alimenti verificando l’andamento dei livelli ematici del glucosio (glicemia). Il glucosio, assunto da solo, per convenzione ha un indice glicemico pari a 100 che fa da riferimento per gli altri alimenti. Gli indici glicemici dei vari alimenti vengono stabiliti in base all’andamento della glicemia dopo la loro assunzione. Maggiore è la velocità con cui si alza la glicemia, più alto è il valore dell’indice glicemico.
Ma non è tutto così semplice... infatti bisogna considerare anche il carico glicemico (CG) degli alimenti, che tiene conto anche del concreto quantitativo di carboidrati presenti in un cibo e che quindi vengono effettivamente ingeriti. Per esempio pur avendo lo stesso indice glicemico, le albicocche non sono come gli spaghetti!
La formula per il calcolo del carico glicemico è la seguente:
carico glicemico = (indice glicemico x g carboidrati) / 100

Se l’aumento della glicemia è rapido, come avviene nel caso degli alimenti ad alto carico glicemico, il nostro organismo risponderà mandando in circolo una elevata quantità di insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che controlla l’utilizzazione degli zuccheri e abbassa la quantità di glucosio in circolo.
Cattive abitudini alimentari e uno stile di vita sedentario portano a lungo andare a sviluppare insultino-resistenza, correlata a diverse patologie, non solo diabete ma anche obesità, sindrome metabolica, dislipidemie con elevati livelli di colesterolo Ldl e trigliceridi, tumori, ma anche più banalmente acne, ovaio micropolicistico, stanchezza...
Alla luce di quanto detto, può essere un ottimo suggerimento quello di scegliere sempre dolci con pochi zuccheri e una discreta quantità di fibre, proteine e grassi che modulino l’innalzamento della glicemia e la secrezione di insulina. I dolci prevalentemente composti da zuccheri semplici andrebbero invece consumati esclusivamente dopo un pasto equilibrato, a base di cereali integrali, verdure e legumi.

Qualcuno potrebbe domandarsi se dolcificare con il fruttosio in polvere che si trova in commercio, sia la stessa cosa. Assolutamente no.
A differenza del fruttosio concentrato e raffinato in polvere che si trova in commercio, estratto dal mais e scientificamente provato causare insulinoresistenza (cioè indurre una scarsa sensibilità delle cellule all’azione dell’insulina) in misura maggiore dello zucchero, questa miscela è composta di frutta (disidratata) ma anche fibra, grassi e altre sostanze che ne modulano l'assorbimento.

Nel libro "Pasticceria naturale" troverete la ricetta di questo prodotto, che ho chiamato Natural Delight,  per realizzarlo in pochissimi minuti e alcune ricette per utilizzarlo come esempio, perchè poi lo potrete sostituire allo zucchero nella preparazione delle vostre torte/biscotti. 
Voglio ringraziare la dott.ssa Arianna Rossoni, dietista, la quale, come sempre, si è resa molto disponibile a darmi il suo parere sul carico glicemico di alcune ricette, essendo lei molto esperta in diete di questo tipo. Lei giustamente ha voluto sottolineare, e concordo, che in una dieta a basso carico glicemico il dolce comunque deve essere un'eccezione, occasionalmente potrete provare quindi queste ricette o adattarne di vostre, (sostituendo Natural Delight allo zucchero,anche quello di cocco, di cui ho parlato nel libro). Se invece non avete particolari problemi, potreste abituarvi ad utilizzare Natural Delight per dolcificare in modo veramente naturale!

Ci tengo a ricordare che non è solo il dolcificante utilizzato a determinare il carico glicemico della ricetta finale ma il complesso degli ingredienti che compongono il dolce. Non basta quindi usare un dolcificante a basso carico glicemico per dire che una torta lo sia automaticamente, ma bisogna rispettare tutte le regole già ricordate: utilizzare niente o poca farina e possibilmente integrale, poco dolcificante, tante proteine e soprattutto tanti grassi salutari. Inoltre non si può pensare di sostituire sempre lo zucchero di canna con Natural Delight a causa del fatto che non si scioglie, ma può essere davvero utile in molte altre ricette.

In definitiva è uno strumento in più, soprattutto per chi vuole creare dei dolci naturali con la frutta e non ha molta esperienza per farlo in modo da ottenere un risultato gradevole.

Allora cosa aspettate, andate a scoprire la ricetta e diffondetela! Unica cosa che vi chiedo, se la riportate in blog, siti e/o pubblicazioni, citate la fonte.



Mi raccomando fatemi sapere le vostre opinioni!


mercoledì 27 maggio 2015

Nuova edizione "Pasticceria naturale", Red!



Con gioia vi annuncio che è uscito il mio ultimo libro, la nuova edizione, completamente aggionata della pasticceria naturale.
Tutta l'introduzione è stata riscritta alla luce delle attuali evidenze scientifiche, il numero di ricette è stato ampliato (in totale 77) e catalogato in base agli allergeni (glutine, soia, latticini...); alcune ricette sono prese dalla prima edizione, mentre molte sono nuove. Troverete molte ricette senza glutine, altre vegane, altre a basso carico glicemico.
Questo libro vuole essere un percorso per chi si accosta alla pasticceria naturale, consapevole che se siamo golosi e non riusciamo a rinunciare al dolce, è meglio imparare a realizzarlo con le proprie mani, con pochi ingredienti di qualità e scelti in base alle esigenze personali. Non esiste una ricetta perfetta e adatta a tutti: per il celiaco sarà indicato un dolce gluten free, per un diabetico uno a bassa carico glicemico, per un vegano uno senza derivati animali. Troverete ricette adatti a tutti, semplici, buone e provate da me con grandi successi :-)

Per acquistare il libro potete recarvi in tutte le migliori librerie d'Italia, on line oppure ordinarlo direttamente a me: 

"Perché rinunciare ai dolci che sono il sale della vita? Ci sono tanti buoni motivi per contenere il consumo eccessivo di zuccheri semplici che ci viene più o meno subdolamente imposto dalla "moderna" alimentazione, ma è importante trovare un consapevole equilibrio che ci permetta di godere di questi piccoli piaceri.
Bisogna imparare a conoscere gli ingredienti e a distinguere le loro proprietà dai loro difetti, a sfruttarne le caratteristiche per combinarli al meglio.
Questo libro vi guida in un percorso verso la naturalità, proponendovi ricette che abitueranno gradualmente il vostro gusto ad apprezzare sapori meno dolci e più naturali, arrivando a preparazioni che usano solo la frutta come dolcificante.
Troverete anche la ricetta per realizzare facilmente un dolcificante 100% naturale, integrale, italiano e a basso carico glicemico.
Le ricette potranno essere di volta in volta adatte ai celiaci, vegane, senza latticini, senza uova o a basso carico glicemico, ma in ogni caso sperimentate e preparate con la massima cura dall'autrice per ottenere dolci strepitosi e sempre gratificanti. "



Qui potete trovare un estratto del libro:
http://www.naturalbios.it/doc/pasticcerianaturale2_preview.pdf

sabato 9 maggio 2015

Torta tenerina vegan e gluten free

Domani si festeggia la festa della mamma. Cosa c'è di più buono di un golosissimo dolce cioccolatoso per festeggiare?Correte a fare la spesa!



Per chi non conoscesse la batata, ecco qualche informazione: originaria dell’America del Sud, contiene tantissime fibre, vitamine A e C (e in minore quantità B ed E), proteine, potassio, magnesio, ferro e calcio. E' inoltre ricca di flavonoidi e antociani e ha un grande potere antiossidante e anti-aging. Il Cajapo, una sostanza contenuta nella buccia (che in questa ricetta non ho usato), mangiato crudo ha un effetto riducente la glicemia basale e del colesterolo.



TORTA TENERINA
Ingredienti
400 g di batata (patate dolci rosse)
180 g di zucchero di canna integrale Dulcita (Altromercato)
160 g di latte di cocco (io al 75% ma dovrebbe andare bene anche al 50% che si trova più facilmente)
150 g di olio extravergine d'oliva DELICATO
120 g di farina di riso
50 g di cacao amaro
16 g di lievito naturale per dolci

Preparazione
Lavate e sbucciate la batata. Tagliatela a cubetti grossi e cucinatela in pentola a pressione con un velo sottilissimo di acqua, giusto per non farla attaccare. Lasciate cuocere 15 min dal fischio. Lasciate raffreddare poi frullate finemente con un mixer ad immersione.
A parte miscelate e montate con le fruste elettriche, l'olio, lo zucchero e il latte di cocco. Aggiungete la farina di riso, il cacao e il lievito setacciati. Infine mescolate anche la batata cotta e frullata.
Versate in uno stampo di 28 cm di diametro e infornate a 200° C. Abbassate a 180° C e cucinate per circa 30 minuti. Lasciate raffreddare 15 minuti in forno. Estraete la teglia e lasciate raffreddare completamente. Servite con una spolverata di zucchero a velo o panna di cocco.

Non è di certo una torta light :-) ma è buonissima e per la festa della mamma si può fare... :-) Inoltre è senza glutine (acquistate un lievito gluten free), e anche vegan!
Buona festa della mamma!





lunedì 27 aprile 2015

Conferenza "Consigli pratici per un'alimentazione preventiva e salutare"




Il giorno 27 marzo 2015 abbiamo organizzato una conferenza in collaborazione con l'Associazione Noi del Tosi, l'ITE Tosi e la Fondazione IEO CCM. 
E' intervenuta la dott.ssa Lucilla Titta, nutrizionista coordinatrce del Progetto Smart Food, che ha lo scopo di divulgare la sana alimentazione, come noi. 
Ci ha riportato le indicazioni su una corretta alimentazione in base a quello che i dati scientifici ad oggi ci riportano. 
E' stato un vero piacere avere delle conferme su quanto viene ribadito durante i corsi di cucina.
Ringrazio tutti i numerosi partecipanti, Lucilla, l'ITE Tosi e l'Associazione per la grande collaborazione che ha portato a realizzare questo evento.
Ecco qualche foto.


Ubik di Busto Arsizio





Lucilla Titta e Anna Marconato


mercoledì 8 aprile 2015

Lievito madre essiccato





Ecco il mio lievito madre liquido in fase di essicazione. 
Come saprà chi ha acquistato il mio libro "Il lievito madre" Red edizioni, io utilizzo il lievito madre liquido perchè lo trovo più gestibile a livello casalingo. Qui trovate maggiori informazioni: http://illievitomadre.blogspot.it/
Chi acquista il libro ha la possibilità di richiedere il lievito madre: grazie ad una semplice tecnica di essicazione infatti si può disidratare in modo da renderlo facilmente spedibile e conservabile. Basta frullare il lievito madre rinfrescato ed attivo con pari quantità di farina semintegrale, lasciarlo poi essiccare a temperatura ambiente o in un essiccatore e poi rifrullarlo nuovamente. In questo modo si può conservare in un barattolo di vetro per molto tempo. 
Si tratta quindi di solo lievito madre e farina, niente altro lievito aggiunto. Per riattivarlo bisogna seguire una procedura che permette di riidratarlo in poco tempo. Da quel momento si procede ad utilizzare il lievito seguendo le indicazioni per i rinfreschi e per l'utilizzo spiegate nel libro e che consentono anche a chi lavora di gestire il lievito senza troppe complicazioni.
Attenzione a non confondere questo lievito essiccato con quello che si trova spesso in commercio: controllate sempre gli ingredienti: deve essere solo lievito madre, se invece trovate scritto anche lievito naturale o starter, si intende lievito di birra. Pochissime aziende producono il lievito madre essiccato puro!
Il lievito è quasi pronto per essere spedito alle numerose persone che lo stanno richiedendo da tutta l'Italia!
Se avete domande o dubbi, scrivetemi a info@naturalbios.it

venerdì 20 febbraio 2015

Frittelle all'uvetta

    Anche quest'anno è arrivato Carnevale e le frittelle all'uvetta non potevano mancare!
   Prima di passare alla ricetta vi consiglio di dare una spolveratina all'articolo sulle regole per  fare un buon fritto: http://naturalbiosblog.blogspot.it/2013/02/le-regole-per-un-fritto-buono-e-sano.html




Ecco la ricetta per circa 60 frittelle circa:

200 g di farina di tipo 0 di grano tenero
100 g di semolino
100 g di farina integrale di grano tenero
100 g di zucchero integrale di canna
100 g di yogurtdi soia
200 g di uvetta
250 ml di latte di soia
1 bustina di lievito naturale per dolci 
sale marino integrale
olio extravergine d'oliva delicato per friggere
zucchero a velo di canna per decorare
  
Ammollate l'uvetta in acqua tiepida. In una terrina unite le farine setacciate e il lievito. A parte mescolate lo yogurt con lo zucchero di canna e il latte e incorporateli agli ingredienti secchi. Aggiungete un pizzico di sale. Mescolate facendo attenzione a non formare grumi. Unite l'uvetta scolata e lasciate riposare per almeno 30 minuti in frigorifero, meglio 1 ora.
Passato questo tempo potete friggere in abbondante olio extravergine d'oliva: formate con la pastella cucchiaiate non troppo grandi perché in fase cottura le frittelle crescono di misura.

Buon Carnevale!